Juggling Magazine december 2013, n.61 | Page 7

grandissima esperienza e talento. Tutto lo spettacolo è costruito su scene di ispirazione prettamente cinematografica. Mi sono ispirata molto al cinema italiano degli anni ‘60 - Fellini, Visconti - al cinema di Wong Kar Wai di Hong Kong, con citazioni anche al lavoro di Edward Hoper. Ai fini della rappresentazione del tema scelto trovo che la scena circense sia già fortemente evocativa. La prodezza dell’artista di circo già da sola racconta la violenza e la ferocia dei rapporti umani. Tutto quello che facciamo come artisti circensi è sempre border line, ci mettiamo veramente in pericolo, pur gestendo con ragionevolezza il rischio, e questo è ragione di violenza, che è il tema che voleva trattare con questo spettacolo. Amo il circo nella sua essenza e non definisco i miei lavori né tradizionali né contemporanei. Sicuramente sono stata influenzata fin da piccola dal circo tradizionale, a cui mi sono spesso ispirata, e forse anche per questo negli spettacoli di Rasposo ci sono sempre stati degli animali in scena. È stata una scommessa venire qui in un contesto di circo contemporaneo dove gli animali non sono ben visti in scena, così come individuare l‘animale che meglio rappresentasse ed esprimesse il tema della violenza e la ferocia. Una ricerca ancora più ardua perché oltre all’animale bisognava trovare un addestratore che volesse mettersi in gioco in questo contesto, che volesse scommettere su una messa in scena diversa, basata sulla dolcezza e la libertà. Naturalmente tutto questo all’interno di misure di sicurezza, detenzione e cura per gli animali che sono ben regolamentate dalle normative vigenti. C’è una controversia e dibattito molto forte sull’utilizzo degli animali all’interno del circo contemporaneo da parte della critica e degli operatori di settore. Sicuramente le reazioni allo spettacolo sono molto forti e contrastanti; il pubblico è diviso in chi lo accetta e gli piace e chi invece ha una reazione di dissenso. La mia vuole essere una provocazione, ma anche una citazione sulle origini del circo da cui tutti discendiamo. Inoltre capovolgere tutto è uno dei principi estetici fondanti del mio lavoro, per cui ben venga la controversia. Speriamo di poter girare per almeno due/tre anni con questo spettacolo, uscito ad aprile. Nel frattempo sono già al lavoro su una nuova carte blanche. Il mio sogno con i giusti mezzi è di realizzare uno spettacolo ancora più totale, dove inserire addirittura degli elefanti all’interno di uno spettacolo di circo contemporaneo! fuori dei canoni estetici e tecnici dello sport, grazie anche ai registi che mi hanno guidato nel percorso. Sicuramente conservo alcuni aspetti importanti della mia esperienza sportiva e li riverso in questa esperienza artistica. La generosità per esempio, che nello sport è condizione indispensabile per il successo, qui viene messa al servizio della performance artistica e viene integrata dal mestiere d’autore. Dopo 8 anni mi sento un ibrido, sicuramente più artista di circo, ma ringrazio il mio passato da ginnasta che mi permette di affrontare questo nuovo percorso con il giusto approccio. È stata una fortuna poter entrare nei Rapsoso, perché mi ha fatto capire cosa significa gestire una compagnia di successo, sia artisticamente sia economicamente. In futuro vorrei fondare una compagnia con amici che stimo e con i quali mi piacerebbe lavorare insieme, una compagnia che possa nel tempo riscuotere il successo delle grandi compagnie francesi. j u g g l i n g m a g a z i n e n u m e r o 61 d i c e m b r e 2013 5