AMys - Bollettino Informativo N.18 Gennaio 2015 | Page 5

PAGINA 5 Il tris d’assi: Carlo Chendi, Diego Cajelli e Sergio Badino Apre la conferenza Carlo Chendi che cita le cifre del mondo del fumetto: quanta carta sia necessaria, quanto costi all'editore produrre un fumetto e che giro monetario può produrre, quali siano i principali operatori del settore, quale il mercato indotto e quante pubblicazioni italiane siano regolarmente pubblicate all’estero. Sergio Badino parla del processo creativo che porta dall'idea al soggetto. Di come agli studenti della sua scuola “Studio Storie” spieghi di appuntarsi ogni singola idea che passa per la testa. A volte un’idea singola non funziona ma diverse idee combinate insieme possono produrre spunti interessanti. Una volta realizzato il soggetto, solitamente una pagina nella quale vengono indicati per sommi capi inizio, fine e alcuni punti salienti della storia, questa viene sottoposta al giudizio dell’editor della serie. Sia Sergio che Diego confermano che la media di soggetti approvati è di uno su cinque. Questo però non dipende dalla qualità del soggetto, ma dal fatto che un editor, che ha una visuale a 360° della produzione, è in grado di sapere se lo spunto è già stato utilizzato nella serie o è attualmente in lavorazioni su altre testate della Casa Editrice. Badino racconta, ad esempio, di un soggetto di Martin Mystère bocciato perché simile a una sceneggiatura già realizzata da Boselli per Dampyr. Aggiunge Sergio che alcune volte gli è capitato di presentare un soggetto al quale teneva molto insieme a altri quattro realizzati apposta per fare numero. Ironicamente l’editor aveva poi scelto uno di quelli creati “ad hoc”. Carlo Chendi interviene raccontando che nella “Golden Age” del fumetto italiano veniva data spesso massima libertà agli autori poiché l’editore li conosceva bene e sapeva di potersi fidare degli sceneggiatori, che seguivano le direttive della Casa. Queste prerogative oggi funzionano meno e sono riservate solo ai “grandi” autori come Castelli o Boselli. Circa l’influenza del fumetto sul resto del mondo, poi, Carlo ricorda che per la sua storia “Paperino il Paladino” aveva inventato un simpatico italiano medievale maccheronico con il quale i personaggi parlavano e si esprimevano e che ben sei anni dopo fu utilizzato pari pari da Monicelli per “L’armata Brancaleone”. Purtroppo quasi nessuno notò la citazione. “Busne” e Luca “Diegozilla lo scrittore atomico”. Sceneggiatore per Sergio Bonelli Editore, Astorina, Disney e Aurea. Scrive per le serie Dampyr, Dylan Dog, Zagor, Napoleone, Legs Weaver, Le Storie e Nathan Never. Racconta le storie di Diabolik, il re del crimine, creato dalle sorelle Giussani, per la casa editrice Astorina. Ha trasformato in fumetti alcuni film della Disney come “Uno Zoo In Fuga” e “I Pirati dei Caraibi”. Da poco è terminata la sua miniserie: Long Wei, edita dall’Aurea. Ha pubblicato un fumetto su Chef Rubio e adesso è in edicola con la sua ultima fatica: “Il Ragazzo Invisibile”, l’espansione a fumetto dell’universo creato nel film di Salvatores uscito per Natale. Ha tenuto dei corsi di sceneggiatura e di scrittura creativa alla Scuola del Fumetto di Milano, alla FNAC e in occasione di alcune convention. Nel 2008 ha vinto il premio Gran Guinigi a Lucca Comics come miglior sceneggiatore italiano e ha replicato nel 2013 vincendo il premio Boscarato.